Oramai tutto era buio e le torce erano tutte accese. Sulla strada la fioca luce della taverna illuminava di poco il vicolo. Era la locanda del paese, l'unica in pratica. Ritrovo di fabbri, cavalieri, artigiani e porcai. L'unico posto dove poter bere, scambiare chiacchiere e ubriacarsi senza pensare ad altro.
In un angolo Sir Maurus beveva ridendo ad un tavolo pieno di gente. Poco vicino a lui in piedi e serio, il giovane Trivroach.
"Che dice Sir Maurus, sarebbe ora di andare?" disse il giovane cavaliere avvicinandosi all'orecchio del compagno
"Certo, appeno finisco questa: locandiere! La mia caraffa piange!" urlò Maurus al bancone alle sue spalle in un fragore di risate.
"Forza Trivo bevi, che la vita è breve, su!" disse Maurus porgendo la caraffa al giovane cavaliere.
"No grazie, domattina ho il torneo di combattimento a piedi e non posso andare li annebbiato, stavolta devo vincere" rispose con fare ligio.
"Quando avrai la mia età la penserai diversamente, nel frattempo io berrò anche per te" e così dicendo diede un sorso che neanche un cammello assetato poteva eguagliare.
"Gilthanas non approverebbe vedendoti qui a bighellonare" si appigliò Trivroach
"Orecchie a punta non c'è qui, oramai chissà dove sarà, non sappiamo neanche se sia ancora vivo. Ci avrà dimenticati". Rispose Maurus con il rossore in volto senza guardarlo negli occhi.
Trivo diede l'impressione di indietreggiare. In tanti anni non aveva mai sentito accusare Gilthanas, il capo delle Lance, in quel modo. Non era in sé.
Trivoroach era molto legato a Maurus, era stato lui a spiegargli i primi rudimenti nell'uso della spada, ad introdurlo alle regole della gilda e al combattimento. Era solo un ragazzino quando gli chiese: "Buongiorno signor cavaliere, mi insegnerebbe a diventare forte come lei?". Un ragazzo così povero non poteva aspirare a diventare un cavaliere, c'era una rigorosa selezione purtroppo, ma Maurus era un Dragonlance e pertanto non negava a nessuno questo futuro. In fondo anche lui divenne cavaliere sul campo di battaglia e non grazie a conferimenti venuti dall'alto. Nello spirito dei Dragonlances c'era proprio questo: saranno le tue gesta a farti chiamare eroe, non i titoli.
"Certo ragazzo" gli disse per poi aggiungere "prima di tutto però dovrai diventare amico dei cavalli, come puoi diventare cavaliere se non sai parlare con loro e non impari ad ascoltarli?". Così ebbe inizio la carriera del giovane Trivo, come giovane stalliere alle prese di cavalli, strigliature e passeggiate. Poi passò al manichino con la spada di legno, poi allo scudo, sempre di legno e poi ai primi tornei giovanili. Sino ad a quando, un giorno Maurus indossò la sua armatura più splendente e si preparò per partire, lasciando il giovane alle prese con la piccola scuderia:
"Caro Trivo, purtroppo non posso portarti con me, sei ancora troppo giovane, ma vedi, io sono quello che sono perchè tanto tempo fa ho giurato ad una persona che l'avrei seguito ovunque, e quel momento è arrivato. Vedi questo stemma?" disse Maurus facendogli vedere lo stemma del Drago ucciso da una lancia sulla spallina dell'armatura scintillante, "questo è lo stemma dei Dragonlances, e anche tu forse un giorno potrai diventarlo". Tu prenditi cura dei cavalli, continua con gli allenamenti così come ti ho insegnato, prendi questa spada e questo scudo" e così dicendo Maurus porse al giovane una splendida spada di acciaio e uno scudo pesantissimo. "Allenati e quando ritornerò vedremo se sarai diventato più bravo di me. Devo andare a Merak, mi chiamano. Mi aspettano per una guerra molto importante".
"una guerra?" Disse Trivo quasi terrorizzato
"Certo, perchè credi che sia nato un cavaliere? Per fare un torneo con quattro rampolli?" rispose severamente Maurus.
"No certo, ma quindi anche io andrò in guerra quando sarò grande?"
"Certo e se saremo fortunati ci andremo assieme".
A quelle parole il sorriso del piccolo gli illuminò il volto e tutto diventò chiaro nella sua mente. Voleva anche lui un giorno diventare un Dragonlances, un cavaliere del Drago. Si, questa era la sua missione e avrebbe lavorato sodo per diventarlo.
Maurus partì e stette lontano due lunghi anni. Quando tornò Trivo era ancora giovane ma era molto cambiato. Il tono della sua voce era più duro, le sue spalle toniche e il suo volto delicato era ricoperto da una lieve barba incolta.
Quando si ritrovarono si abbracciarono come due vecchi amici. Maurus era tornato solo per lui. Non aveva mai avuto grandi legami nè con donne nè con amici. Solo Gilthanas era in grado di smuoverlo ovunque egli fosse.
"Maurus finalmente sei tornato, così potremo rimettere in sesto la scuderia e allenarci ancora insieme!"
"Trivo veramente io sono tornato solo per salutarti definitivamente, devo ripartire presto. Sono diretto alle piane di Akarios, in una regione chiamata Poeta. E' una terra tremendamente lontana, e sinceramente non mi sento di lasciarti qui in mia attesa, visto che forse non ritornerò più".
"Portami con te! Verrò anche io, sono oramai abbastanza grande per combattere". Rispose con il petto in fuori il giovane.
Maurus in realtà era in conflitto. Da una parte temeva per la sua incolumità, dall'altra si rendeva conto che il suo destino non era quello di marcire in un posto come quello, dove non sei e non sarai mai nessuno. E poi, in effetti, era tornato li aspettandosi una risposta del genere. Sommessamente rispose:
"Se è ciò che vuoi, non te lo impedirò" e fu in quel momento che Trivo quasi saltò sul posto per la gioia che gli esplodeva in petto.
"Ma sappi non potrò mettere buone parole per farti diventare una Lancia. Sei tu che dovrai farti accettare. Io ti presenterò a Gilthanas. Solitamente non accetta mai persone così giovani in un esercito. Ma se a lui piacerai e giurerai di applichare i princìpi dei Dragonlances, io non porrò alcun veto. Se è scritto che devi diventare una Lancia, non sarò io ad oppormi."
"Certo! Vedrai non te ne pentirai".
Da quel momento il viaggio iniziò e non terminò mai. Trivroach divenne un legionario modello. Combattè al fianco delle Lance nelle terribili guerre degli abissi conquistandosi la stima di tutti, anche la sua. Anni dopo, seguì l'esercito verso le guerre di Auroria sino all'ultimo.
Anche dopo la partenza di Gilthanas e l'allontanamento dalle Lance, lui e Maurus restarono uniti. Lui si dedicò molto alla conoscenza dell'arte della guerra, imparò a forgiare, si addestrò di continuo e partecipava a qualsiasi torneo gli si presentasse. Imparò a forgiare con le sue mani le spade, studiò e crebbe in ogni sua conoscenza nell'arte di forgiare.
Quella sera Maurus era in locanda abbastanza avvilito. Sentiva la mancanza di quell'instancabile elfo che inizialmente aveva conosciuto quasi per gioco per mezzo di una guaritrice dispersa nel tempo. Tutto oramai aveva perso di interesse e ridere in una locanda davanti ad un boccale era l'evasione da quel posto dimenticato dal mondo.
Quella risposta data così a Trivo ferì soprattutto lui stesso. Però oramai era passato tanto tempo dall'ultima volta in cui vide Gilthanas allonanarsi all'orizzonte. Era ferito, ma non di spada, era ferito nello spirito. Assieme avevano affrontato davvero tanti Draghi. Non era ferito della sconfitta di Calmlands, Gilthanas non era tipo da avvilirsi per quello. A ferirlo furono alcuni suoi fidati, alcuni suoi eletti, alcuni dei suoi ufficiali in cui aveva riposto fiducia. Ma la brama di potere, di denaro, di onnipotenza, l'ingordigia spesso abbaglia anche il più nobile degli animi. Solo il tempo avrebbe potuto sanare quelle ferite, fu per quel motivo che quando disse che sarebbe partito, nessuno lo fermò mentre spariva all'orizzonte.
Tra le Lance nessuno si prese la responsabilità di prendere il suo posto. In effetti ognuno tra i restanti avrebbe potuto farlo. Ma era strano a dirsi, vedendo il suo posto vuoto, nessuno ci pensò minimamente. Nessuno avanzò di un passo quando ve ne fu la possibilità. Come potevano le Lance esistere senza colui che le ha fondate?
"Hai sentito cavaliere? La mammina ti ha detto di non bere" disse una voce sconosciuta dal tavolo all'angolo del locale ridendo con un sorriso con due incisivi spezzati.
Maurus si voltò improvvisamente per identificarlo: era un uomo dalla barba incolta, un po' stempiato e con una ferita da taglio a zeta al centro della testa.
Maurus non lo riconobbe subito ma aveva compreso che si trattava di qualche suo vecchio conto aperto.
"Hey sembri serio con quel faccino, sta calmo, bevi, forse è l'unica cosa in cui riesci ancora" disse l'attaccabrighe
"Rimangiati quello che hai detto" Disse Trivroach sguainando la spada e puntandola alla gola dell'uomo sgradevole. Ma a quel movimento così rapido seguì uno stridìo di lame di altri due suoi scagnozzi che si aspettavano la sua azione che puntarono con le loro lame alla gola del giovane.
Maurus improvvisamente cambiò espressione. Riconobbe la cicatrice. Era stato lui a lasciargli quel regalo indelebile tanti anni fa quando, in ginocchio e privato dell'arma gli chiese pietà.
Maurus si slacciò un sacchetto di monete dalla cinta e lo lanciò al locandiere dicendo:
"Prendi queste, stasera offro io. Ho un vecchio amico che mi è venuto a trovare e voglio offrirgli da bere. Ora lo accompagno fuori così gli spiego ancora una volta come si affrontano i veri uomini."
I due guardarono l'uomo che aveva la spada alla gola che fece un impercettibile cenno di assenso, tutti abbassarono le lame e si incamminarono all'esterno della locanda tra buio e fioche torce.
Tutti gli altri commensali seguirono la scena accalcandosi alla porta.
Da un lato della strada si ritrovarono Trivroach e Maurus e dall'altro i tre.
"E' tanto che non ci si vede Maurus" disse il capo dei tre
"Piacere di ritrovarti, Zizzìo" rispose.
A quelle parole Trivroach si voltò rapidamente prima verso Maurus e poi nuovamente verso l'attaccabrighe. L'aveva riconosciuto! Era proprio Zizzio. Lo stesso Zizzio che era stato steso da lui stesso decine di volte in varie occasioni. Lo stesso Zizzio che aveva dato origine a mille aneddoti esilaranti tramandati tra gildani, lo stesso ridicolo Zizzio.
"Io sono disarmato però" disse Maurus ma anche senza armi posso lucidarti la fronte se ne hai bisogno e far risplendere la tua iniziale sulla testa.
Quelle parole fecero trasalire Zizzio che urlando si scaraventò verso Maurus che all'ultimo istante della carica si spostò di lato sfruttando la velocità dell'aggressore per farlo cadere con un agile sgambetto. Gli altri due scagnozzi non persero tempo e si buttarono su Trivroach. Trivo però aveva già impugnato la sua spada, si portò velocemente verso uno dei due ed entrò in parata sul colpo del primo investendolo allo stesso tempo con una violenta gomitata sul volto che lo stordí. Il secondo però lo afferrò dai capelli e lo tirò indietro facendolo cadere sulla schiena.
Maurus intanto a mani nude cercava di intuire la prossima mossa dell'avversario. Intanto dalla porta della locanda urla da tifo accendevano la lotta.
Zizzio si alzò parlando a voce bassa "Lurido bastardo, ho viaggiato per mesi alla ricerca di te e quelle vili canaglie dei tuoi compari, te la farò pagare una volta per tutte" E con quelle parole si rimise in piedi ripuntando il suo avversario.
I due si guardarono negli occhi. Maurus sentì l'adrenalina risalirgli nelle vene, tutto sommato ne aveva bisogno. Zizzio riprovò l'affondo ma Maurus questa volta agì di contrattacco bloccandogli il braccio armato e affondondandogli una testata sul naso che scrocchiò all'impatto rompendosi e iniziando a sanguinare copiosamente.
Maurus quindi disse: "Caro Zizzio, vedo che sei addirittura peggiorato" e sorrise.
Trivroach intanto si trovava alle prese del secondo scagnozzo. Tuttavia oramai aveva perfezionato molto il suo modo di combattere e i tanti anni di addestramento prima e guerre dopo, l'avevano preparato ad affrontare avversari di calibro nettamente superiore a quello dei due individui. Pertanto il giovane cavaliere non perse tempo. Rimettendosi con una capriola in piedi, riprese la posizione, attese la carica dell'avversario, caricò il peso sul lato della spada piegandosi di lato, schivò l'affondo e penetrò la spalla dell'avversario con la lama. I due erano sistemati.
Maurus attendeva nuovamente la sua vittima preferita come un predatore che ha la preda a portata di mano e pregusta il boccone. Zizzio stavolta non caricò. Attese stranamente. Fu in quel momento che una voce dall'alto del tetto della locanda ruppe il silenzio:
"Ciao Maurus, era tanto che ti stavamo cercando, sei bravo a scappare" Aliena, la concubina di Zizzio che appariva ogni volta che il fidanzato pativa, apparve dal buio con una balestra carica e puntata verso Trivroach.
"Sta fermo ragazzo o questi dardi avvelenati ti faranno obbedire per sempre".
Trivo si fermò immediatamente. Maurus anche. Erano esposti, non poteva rischiare che il compagno venisse colpito.
"Ahahahah Allora Maurus, ora non ridi più? Cosa c'è, ancora hai energia nelle vene? Dai oramai non hai più l'età, oramai sei carne morta, sei carne morta come Gilthanas e tutte le tue "lancette del drago". E' finita Maurus".
Poi Aliena urlò: "Andatevene bestiacce!" Tutti si voltarono a guardarla e restarono basiti dalla scena. Due falchi luminosi avevano attaccato Aliena beccandola e graffiandola con gli artigli. Aliena in preda al panico e al dolore lasciò cadere la balestra.
Un istante e la scena cambiò rapidamente. Maurus si lanciò verso Zizzio assestandogli un montante che quasi fece saltare la vittima dal terreno. Si sentì uno scrocchiare di ossa talmente netto che non era chiaro se era il rumore della mascella di Zizzio o la balestra di Aliena che si spezzava precipitando sul pavimento. Zizzio perse i sensi all'istante e cadde con la faccia sulla polvere e altrettanto fece Aliena cadendo come un sacco di patate sulla strada. I falchi volteggiarono in aria in cerchio, quasi a danzare e silenziosi scesero appoggiandosi uno sulla spalla di Maurus e l'altro sulla spalla di Trivroach. I due si guardarono increduli e sorridenti. I falchi stridettero nella notte buia, lasciarono la presa sui bussolotti che sia Maurus che Trivo strinsero al volo con il pugno. Lo srotolarono rapidamente e ne lessero il contenuto con avidità.
Senza dire altro si guardarono in volto e dissero all'unisono:
"Andiamo".
Ultima modifica di Gilthanas il Sab 13 Feb - 22:37 - modificato 3 volte.