La tensione era palpabile. I cannoni erano carichi e pronti per l'innesco. Persefone aveva seguito direttamente i lavori senza fermarsi un attimo, lei stavolta avrebbe dovuto gestire la retroguardia dalla palizzata di cinta del forte.
Gilthanas era davanti al corpo di guardia, al di fuori della struttura per valutare eventuali attacchi indiretti.
"Vanadis!" gridò indirizzando la sua voce verso l'interno del forte. "Scocca una freccia direzione ovest alla massima potenza, voglio vedere dove arriva!"
Vanadis spuntò da una delle torrette, tese l'arco al massimo e lasciò partire la freccia che si incastrò nella corteccia di un imponente olmo a 50 metri da lui.
"Bene così, grazie" e così dicendo Gilthanas si avviò per recuperare la freccia.
Un rumore di un ramoscello spezzato destò immediatamente la sua attenzione. Gilthanas si voltò di scatto e vide sbucare dalla boscaglia due scout con il volto sporco che lo puntarono rapidamente.
"Scout qui!" Gridò e impugnò subito la lancia per difendersi. I due assalitori non ci pensarono e si lanciarono di scatto verso di lui. Gilthanas fece roteare la lancia e li fece cadere sulle loro gambe.
Gilthanas affondò un colpo di taglio verso uno dei due a terra ed un rantolo di dolore si udì. Altri due spuntarono alle spalle armati di accetta ma non se ne accorse. L'assalitore più avanzato venne immediatamente colpito da una freccia scoccata da Vanadis nel mentre era riuscito a raggiungere l'area dello scontro. Il secondo assalitore vedendo il compare a terra, caricò con il braccio il colpo e scagliò l'accetta verso Gilthanas urlando di rabbia. L'accetta tagliò l'aria, Vanadis seguì con lo sguardo la traiettoria e vide l'arma roteare finendo verso le spalle del suo capo. Il rumore delle ossa frantumate si avvertì chiaramente all'impatto come una piccola cassetta di legno che si spezza. Il fendente rimase conficcato nella carne di Gilthanas che cadde rovinosamente in avanti in un grido soffocato di dolore.
Sopraggiunsero Sinphony, Hell e Ishiki urlando che rapidamente entrarono in combattimento. Sopraggiunsero anche Persefone e Saint. Gli scout vennero sopraffatti definitivamente, tranne uno che, vedendosi ora in minoranza, fuggì verso la boscaglia.
"Vedette Hellshounds, sicuramente sono qui per studiare le nostre difese e riferirle prima dell'assalto". Disse Sinphony con ancora un po' di fiato corto. In un istante tutti si voltarono vero il capo e lo trovarono esanime a terra con la testa appoggiata sulle gambe di Vanadis che piangeva con le mani e il volto ricoperti di sangue. Il suo volto insanguinato e disperato parlava più di mille parole.
Persefone balzò verso di loro, si chinò e avvicinò due dita al suo collo:
"Sta morendo. Blocco l'emorraggia." E di li le sue mani poste sull'enorme squarcio assunsero un colore violaceo. Il sangue rallentò di sgorgare ma non si arrestò del tutto.
"La ferita è troppo grave per provare a curarla qui. Dobbiamo portarlo al forte, alla svelta. Vana, tu stai bene?"
Vanadis non rispose con gli occhi pieni di lacrime. Persefone si voltò verso Saint e gli fece cenno di aiutarla.
Il gruppo si mosse verso il forte, il corpo di Gilthanas venne posto su un tavolo e Persefone corse a recuperare l'occorrente per le cure. Vanadis rimase li in silenzio. Troppe guerre vissute assieme, troppi anni di battaglie, di litigi e vittorie. No, non poteva finire così a poche ore da un assalto imminente. Non era possibile perdere il capo dopo tutto quel viaggio assurdo, dopo che aveva radunato tutti, dopo che le lance da ogni dove erano arrivate in quelle terre per lui.
Fu in quel momento che un grido giunse dalla torretta esterna.
"Arrivano! Bandiera viola! Bandiera viola! Il nemico ha acceso il paglione del richiamo! Sono tanti, tantissimi! Avanzano con cannoni a ruota! Tra meno di tre ore saranno qui" Dady si accertò che gli altri avessero ricevuto il messaggio e riprese posto nella sua postazione vicino al corno di guerra. Quella era la posizione che gli aveva dato Gilthanas. Se avesse ricevuto l'ordine di suonarlo lui avrebbe dovuto eseguire senza titubanze. La battaglia a quel punto sarebbe volta al termine. Le lance avrebbero dovuto ripiegare verso la palude, quelli erano i piani.
Jaelle accorse assieme a Lorenz, Adhara e tutti gli altri curatori. Una guerra all'orizzonte. Erano in minoranza e il loro taru non era in grado di guidarli. Giullare arrivò per sincerarsi delle condizioni di Gilthanas, tuttavia capì subito dai loro volti che la situazione era sicuramente grave.
"Dobbiamo suonare il corno?" chiese stranamente serio rivolgendosi agli altri.
Ma nessuno riuscì a rispondergli. Era la cosa più sensata da fare. In questo modo, forse sarebbero riusciti a salvare il loro capo portandolo ad un insediamento vicino, ma avrebbero perso e soprattutto non avrebbero seguito i suoi ultimi ordini: "Combattiamo sino all'ultimo istante e se avremo ancora aria nei polmoni suoneremo il corno e ci ritireremo".
"Io non posso combattere" disse Vanadis con la voce rotta dal dolore "Non posso lasciarlo qui. Se dovesse lasciarci, vorrei essere presente nel momento del suo ultimo respiro" e le lacrime ruppero le sue parole.
"Gilthanas voleva combattere ma aveva previsto una situazione del genere, infatti ha preparato anche un piano di ritirata." disse Giullare che aggiunse "non è da codardi ritirarsi per salvare delle vite e ripartire quando potremo farcela".
Per quanto si fossero preparati alla battaglia, nessuno se la sentì di obiettare.
"Chiamate, Dady. Ditegli di suonare il corno".
Dady era li sul suo posto di guardia con il monocolo per scrutare l'orizzonte. Blayden le si avvicinò lentamente, quasi a non volerlo disturbare.
"Dady" disse l'arciera "devi dare il segnale".
Il giovane si voltò di scatto abbandonando il suo obiettivo e la guardò con un'espressione interdetta, ma non disse niente.
"Gilthanas è in gravi condizioni, l'esercito avversario è il doppio di noi in numero ed erano qui ancor prima di noi. Non avremmo possibilità. Procedi".
Dady perse immediatamente tutto il suo naturale entusiasmo ma non si tirò indietro ad un ordine formale impartitogli. Uscì dalla guardiola in legno corse verso il grande corno, prese il fiato ma si fermò. All'orizzonte, da nord, una bandiera gialla con un teschio si avvicinava, era già molto vicina. Al suo seguito un piccolo esercito pari al loro.
"Perla Nera!" Gridò Dady preso dall'euforia. "Perla Nera! Ci sono Perla Nera in cammino verso il forte!"
"Perla Nera?" chiese Blayden con un sorriso in volto. Prese il monocolo e scrutò l'orizzonte.
A capo della brigata vi era un volto conosciuto dal nome ignoto. Sullo stendardo giallo brillava un ricamo nero: Settima Legione Perla Nera. Al suo fianco un guerriero con in pugno una pergamena ed un falco appoggiato sulla spalla.
"Che tu sia benedetto Gilthanas con tutti i tuoi falchi, pure da morto riesci ad aiutarci." disse la gildana pensando a voce alta. Poi si rivolse alla giovane sentinella e disse: "Ordine revocato. Non suonare il corno. Attendi nuove direttive!"
"Certo capitano!" gridò Dady orgoglioso di aver dato una bella notizia.
Blayden si recò rapidamente verso la stanza direttiva dove erano riuniti tutti gli ufficiali e consoli ma entrò senza bussare.
"Ragazzi ho bloccato Dady. Volevo prima portarvi una notizia. La settima legione dei Perla nera è alle porte del forte. Sono armati e pronti a combattere."
"...e combatteremo" una flebile voce uscì dalle labbra di Gilthanas sdraiato e pallido.
Tutti si voltarono verso di lui. I suoi occhi erano chiusi. Tutto il torace era bloccato da bendature strettissime. I capelli erano unti di sangue rappreso e la pelle glabra quasi brillava.
Tutti si fiondarono attorno al tavolo. I suoi occhi si aprirono lentamente e si guardarono attorno.
"siamo Dragonlances, rimandiamoli a casa". aggiunse con un filo di voce.
"Avete sentito?" disse Giullare con voce forte e decisa.
"Abbiamo una guerra da combattere. I piani sono stati già chiariti a tutti. Abbiamo poco tempo. Andate incontro ai rinforzi, accogliamoli nella piazza d'arme. Prepariamo le armi, l'ora è arrivata.
Tutti si mossero a quelle parole. Vanadis restò al fianco del capo, non si mosse ma tutti compresero che non avrebbe potuto comunque combattere in quello stato.
Come le formiche l'esercito si radunò rapidamente. Tanti guerrieri armati, con armature brillanti si presentarono. Il capitano della legione disse:
"Dov'è Gilthanas, quello sa come si convincono le persone a combattere per lui!"
"Al momento riposa" disse Saint sorridendo.
"Bene bene, armiamoci e partite quindi eh? Per quel che ho sentito dire di lui, chissà cosa starà tramando nel sonno allora! Io sono qui perchè il nostro capo è stato contattato da lui con questa lettera e il vostro sigillo. Lui solitamente è difficile che si fidi degli altri, ma leggendo questa mi ha fatto convocare e mi ha spedito per direttissima in queste terre dimenticate. Eppure a quanto pare c'è chi le vuole reclamare! Qualcuno che però non segue il Patto. Bè, siamo al vostro servizio, Lance del Drago. Siamo pronti a combattere al vostro fianco." disse il capitano.
"Vinciamo per Gilthanas!" Gridò uno di loro nel mezzo
Tutti alzarono le armi e gridarono. I soldati si abbracciarono tra loro in segno di benvenuto e festa. Un colpo di cannone esplose interrompendo improvvisamente i festeggiamenti.
"Avanzano! A meno di 200 metri dal portone!" Gridò Thoradin posizionato su un cannone fumante...